Una tranquilla vigilia di Pasqua.
Guarito dall’overdose festività = fare qualcosa da raccontare, ci si rifugia in piccole librerie dove brulica una umanità silenziosa.
Ricerche e ascolti a caso. Tra una pagina letta è un consiglio ascoltato oggi la frase che mi suona bene e merita il titolo del post è di :
Alejandro Jodorowsky, corpo grida quello che la bocca tace .
La malattia è un conflitto tra la personalità e l’anima.
Il raffreddore “cola” quando il corpo non piange.
Il dolore di gola “tampona” quando non è possibile comunicare le afflizioni.
Lo stomaco “arde” quando le rabbie non riescono ad uscire.
Il diabete “invade” quando la solitudine duole.
Il corpo “ingrassa” quando l’insoddisfazione stringe.
Il mal di testa “deprime” quando i dubbi aumentano.
Il cuore “allenta” quando il senso della vita sembra finire.
Il petto “stringe” quando l’orgoglio schiavizza.
La pressione “sale” quando la paura imprigiona.
Le nevrosi “paralizza” quando il bambino interno tiranneggia.
La febbre “scalda” quando le difese sfruttano le frontiere dell’immunità.
Le ginocchia “dolgono” quando il tuo orgoglio non si piega.
Il cancro “ammazza” quando ti stanchi di vivere.
Ed i tuoi dolori silenziosi? Come parlano nel tuo corpo?
La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino.
Tom Waits torna a casa inserendosi di diritto nel tributo al bluesman Blinde willie Johnson
Uscite dall’uovo e cavalcate gli agnelli, rifugiatevi.
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