Pregare.
« … può essere rivolta a Dio, o a un Dio, a una Dea, a un santo, a un saggio, a una montagna, o al mistero muto dietro le stelle. Può essere fatta di parole o di silenzi. Può essere religiosa o laica. In tutte le sue forme essa si manifesta come forza congiuntiva. Pregare, in qualunque modo ne siamo capaci, significa pensare al senso della vita: perché venga, perché sia fatto, anche attraverso di me, il mio lavoro e la mia speranza. Questo un secolo fa aveva intuito il caporale Wittgenstein nelle trincee del fronte, e questo è anche per me il modo migliore di rifornirmi di energia pulita per non farmi vincere dallo sconforto e non ridurmi a vivere la vita all’insegna della furbizia della selezione naturale e dell’ego con la sua ridicola vanità»
Vito Mancuso
Rispondi