HILLMAN & L’AMORE, ancora…

” L’amore acceca soltanto la vista comune; esso apre un nuovo modo di percepire, perché si può essere pienamente rivelati soltanto alla vista dell’amore. Le intuizioni riflessive possono sorgere come il loto dall’immobile centro del lago della meditazione, mentre le intuizioni creative spuntano sul delicato margine del confronto, nei punti di confine dove siamo più sensibili ed esposti – e, curiosamente, più soli. Per incontrarti, debbo rischiare me stesso così come sono. L’uomo nella sua nudità è chiamato alla prova. Sarebbe più sicuro riflettere in solitudine che confrontarsi con te. E anche la massima favorita della psicologia riflessiva – una psicologia che ha quale sua principale meta non tanto l’amore quanto la coscienza –, il «Conosci te stesso», sarà insufficiente per una psicologia creativa. Non «Conosci te stesso» attraverso la riflessione, ma «Rivela te stesso», che equivale al comandamento di amare, giacché in nessun luogo siamo più rivelati che nel nostro amore.
[…] L’amore accieca allo scopo di estinguere la fallace visione di tutti i giorni, così che possa aprirsi un altro occhio, che percepisce da anima ad anima. La prospettiva abituale non può vedere attraverso la spessa pelle delle apparenze: come appari, come ti vesti, come stai. L’occhio cieco dell’amore penetra nell’invisibile, rendendo trasparente l’opaco errore del mio amare. Io vedo il simbolo che tu sei e ciò che tu significhi per la mia morte. Posso vedere in trasparenza la cieca e sciocca visibilità che tutti gli altri vedono e indagare la necessità psichica della mia brama erotica. Scopro che ovunque l’eros vada, lì accade qualcosa di psicologico, e che ovunque la psiche viva, l’eros verrà inevitabilmente costellato. […]
Ma se qualcosa abbiamo imparato dai rituali della nuova forma di vita di questi ultimi settant’anni, è proprio e soltanto questo: non possiamo riuscirci da soli. L’opus dell’anima ha bisogno di intimo rapporto, non soltanto per individuarsi ma anche solo per vivere. Per questo abbiamo bisogno di rapporti del tipo più profondo attraverso cui realizzare noi stessi, rapporti dove è possibile l’autorivelazione, dove l’interesse e l’amore per l’anima sono capitali e dove l’eros può muoversi liberamente – nell’analisi, nel matrimonio e nella famiglia, o tra amanti o amici. “

James Hillman, Il mito dell’analisi