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Qui e allora? cadere dalle nuvole non è poi cosi male

Antropologo in una epoca di passaggio. È vero che non sei responsabile di quello che sei, ma sei responsabile di quello che fai di ciò che sei. Sto facendo del mio meglio per essere all’altezza di me stesso. Nessuno può farlo per me.

Categoria

psicologia

Sintomi

Copia e incolla

” Un altro assioma di Hillman: «L’anima è costretta ad ammalarsi sempre di nuovo, finché non ha ottenuto ciò che vuole». […] Cerca il mito del sintomo, rintraccia la fantasia e il desiderio, perché nel comportamento sintomatico si trovano i segni del telos dell’anima, le direzioni in cui essa vuole andare. Il sintomo è una possibilità che ci è offerta, non solo una sofferenza. “

Thomas Moore, Fuochi blù

immagine : ” Psiche apre lo scrigno d’oro”, John William Waterhouse (1903)

consiglio l’ascolto. La musica è l’olfatto dell’anima.

Amandosi

HILLMAN & L’AMORE, ancora…

” L’amore acceca soltanto la vista comune; esso apre un nuovo modo di percepire, perché si può essere pienamente rivelati soltanto alla vista dell’amore. Le intuizioni riflessive possono sorgere come il loto dall’immobile centro del lago della meditazione, mentre le intuizioni creative spuntano sul delicato margine del confronto, nei punti di confine dove siamo più sensibili ed esposti – e, curiosamente, più soli. Per incontrarti, debbo rischiare me stesso così come sono. L’uomo nella sua nudità è chiamato alla prova. Sarebbe più sicuro riflettere in solitudine che confrontarsi con te. E anche la massima favorita della psicologia riflessiva – una psicologia che ha quale sua principale meta non tanto l’amore quanto la coscienza –, il «Conosci te stesso», sarà insufficiente per una psicologia creativa. Non «Conosci te stesso» attraverso la riflessione, ma «Rivela te stesso», che equivale al comandamento di amare, giacché in nessun luogo siamo più rivelati che nel nostro amore.
[…] L’amore accieca allo scopo di estinguere la fallace visione di tutti i giorni, così che possa aprirsi un altro occhio, che percepisce da anima ad anima. La prospettiva abituale non può vedere attraverso la spessa pelle delle apparenze: come appari, come ti vesti, come stai. L’occhio cieco dell’amore penetra nell’invisibile, rendendo trasparente l’opaco errore del mio amare. Io vedo il simbolo che tu sei e ciò che tu significhi per la mia morte. Posso vedere in trasparenza la cieca e sciocca visibilità che tutti gli altri vedono e indagare la necessità psichica della mia brama erotica. Scopro che ovunque l’eros vada, lì accade qualcosa di psicologico, e che ovunque la psiche viva, l’eros verrà inevitabilmente costellato. […]
Ma se qualcosa abbiamo imparato dai rituali della nuova forma di vita di questi ultimi settant’anni, è proprio e soltanto questo: non possiamo riuscirci da soli. L’opus dell’anima ha bisogno di intimo rapporto, non soltanto per individuarsi ma anche solo per vivere. Per questo abbiamo bisogno di rapporti del tipo più profondo attraverso cui realizzare noi stessi, rapporti dove è possibile l’autorivelazione, dove l’interesse e l’amore per l’anima sono capitali e dove l’eros può muoversi liberamente – nell’analisi, nel matrimonio e nella famiglia, o tra amanti o amici. “

James Hillman, Il mito dell’analisi

La propria croce da luccicare

Quando siamo impegnati con noi stessi, difficilmente ci viene in mente di straziare gli altri

Il conflitto proiettato all’esterno, per essere sanato deve ritornare nella psiche del singolo, da dove inconsciamente era nato.

Chi voglia uscire vittorioso da questo declino, deve celebrare un’Ultima Cena con sé stesso, mangiare e bere la propria carne e il proprio sangue, riuscire a riconoscere l’altro presente in lui stesso e ad accettarlo…

Questo è senza dubbio il significato dell’insegnamento di Cristo, secondo cui occorre che ciascuno si prenda su di sé la propria croce.

E quando uno deve già farsi carico di sé stesso, come potrà ancora straziare l’altro?»

C.G. Jung – Mysterium Coniunctionis

E’ un contenuto di Jung Italia , che ringrazio

Moralmente

Morale e libertà procedono di pari passo.

Il tu devi e il tu sei sono gabbie.

s’impara ad andare in linea retta solo camminando senza alcun binario: solo allora si apprende che cosa siano la vera obbedienza e la vera responsabilità.

Finché si cammina tra due alte pareti, dal cui percorso è impossibile deviare, non c’è né libertà né responsabilità, e tanto meno una qualunque altra virtù; potete essere completamente ubriachi, e ciò nonostante andare dritto. Se siete stretti tra due pareti, vi è semplicemente impossibile andare a zig-zag.

Ora, può darsi che, durante le molte centinaia d’anni che caratterizzano una civiltà consolidata, possa prevalere tale condizione: una strada sicura fiancheggiata da solidi muri.

Giunge però un tempo in cui questi stessi muri cadono, e a questo punto ci troviamo all’improvviso a dover dipendere da noi stessi. Tutto viene messo in discussione, e allora abbiamo bisogno di una guida interiore, perché i valori esterni non sono più in grado di offrirla.

Con ciò la stabilità del mondo viene a basarsi soltanto sulla nostra stessa affidabilità, sul fatto di poter contare su noi stessi.»

(C.G. Jung – Seminari sullo Zarathustra di Nietzsche, 1934-39 – Bollati Boringhieri, p.287

Jung Italia . Grazie

Non sei solo, sei unico

L’ho sempre creduto

La solitudine non deriva dal non avere persone su una persona, ma dall’incapacità di comunicare le cose che sembrano importanti per se stessi, o dall’avere certi punti di vista che gli altri trovano irricevibili. Se un uomo ne sa più degli altri, diventa solo. Ma la solitudine non è necessariamente inimica alla compagnia, perché nessuno è più sensibile alla compagnia dell’uomo solo, e la compagnia prospera solo quando ogni individuo ricorda la propria individualità e non si identifica con gli altri! ~Carl Jung

(Libro: ricordi, sogni, riflessioni)

Ci credo

«I biologi hanno scoperto che all’interno delle cellule del tessuto del bruco ci sono cellule chiamate cellule immaginative. Risuonano su una frequenza diversa. Inoltre, sono così diverse dalle altre cellule che il sistema immunitario del bruco le prende per nemiche e cerca di distruggerle. Ma continuano ad apparire nuove cellule immaginative e sempre di più… Improvvisamente il sistema immunitario del bruco non può più distruggerle abbastanza velocemente e diventano più forti collegandosi le une alle altre per formare una massa critica che riconosce la loro missione di realizzare l’incredibile nascita di una farfalla.

Nel 1969 Margaret Mead ha dichiarato: “Non dobbiamo mai dubitare che un piccolo gruppo di cittadini motivati e determinati possa cambiare il mondo”.

Sarà sicuramente così che, nonostante tutto, ci siamo trovati.
Credo fermamente, come molti altri, che ci sia un fermento evolutivo nel tessuto della società attuale. 
Nonostante il clamore della paura, dell’avidità, del consumo eccessivo e della violenza che si esprime attraverso il tessuto sociale, esiste un’unione di uomini e donne che possiamo chiamare cellule immaginative, che rivelano un mondo diverso, una trasformazione, una metamorfosi.

Il poeta uruguaiano Mario Benedetti ha scritto: ′′Cosa accadrebbe se un giorno, ci svegliassimo e ci rendessimo conto che siamo la maggioranza”? A quel punto le cellule immaginative prevarrebbero e farebbero uscire la farfalla da un mondo di vermi! 

E’ tempo di risveglio.
Gruppi di cellule immaginative si riuniscono ovunque, iniziano a riconoscersi, sviluppano gli strumenti organizzativi per aumentare il livello di coscienza, affinché la prossima tappa della società umana si manifesti, per creare una nuova dimensione della vita, una società che smetta di essere un bruco e potrà diventare farfalla, una società più compassionevole e giusta, un’umanità radicata nella felicità e nella comprensione reciproca».

  • anonimo

Schiavi

“Ogni romano era circondato da schiavi. Lo schiavo e la sua psicologia dilagarono in tutta l’Italia antica. E ogni romano divenne interiormente, inconsapevolmente uno schiavo. A forza di vivere in un mondo di schiavi, fu infettato attraverso l’inconscio dalla loro psicologia. Nessuno può difendersi da un’influenza del genere”
C.G.Jung

Ecco, in questa frase c’è tanto, forse tutto.

Fanciullezza ideale

Il mio libro preferito . Qui una sintesi utile per incuriosire

🔷 Gli aspetti negativi del “vecchio” o del SENEX: cosa accade quando è scisso e lontano dall’archetipo PUER

🖋️ “È il Senex, a priori, il principio archetipico della freddezza, della durezza e dell’esilio dalla vita. Come principio di coagulazione e dell’ordine geometrico, il Senex prosciuga e ordina, «costruisce città» e «conia monete» , rende le cose solide e geometriche e lucrose. […]

È il Senex come principio di certezza che allontana l’Io dal principio di incertezza, dai dubbi e dalle confusioni e dalla provvisorietà dell’alba e del crepuscolo. […]

Il Senex è presente dall’inizio come una radice archetipica della formazione dell’Io. Esso rende possibile il consolidarsi dell’Io, conferendogli la sua giurisdizione come identità entro confini prefissati…

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Lo sviluppo dell’Io è un fenomeno dello spirito senex che opera all’interno dell’Io per dare ordine e per indurire. […]

Poiché il Senex negativo non è un difetto dell’Io, non può essere corretto dall’Io. Il problema del Senex negativo non è soltanto questione di atteggiamento morale (come se l’Io dovesse comportarsi meglio, essere più modesto, più umile o più «conscio»).

Né è questione di idee sorpassate (come se l’Io dovesse tenersi al passo con i tempi), o di vitalità biologica (Come se l’Io dovesse mantenersi attivo e in forma) e neppure di femminile assente.

Questi problemi dell’Io sono conseguenze, non cause; riflettono un disturbo preesistente dello sfondo archetipico dell’Io. E questo sfondo è il Senex-et-Puer, cioè, sinteticamente, il suo ordine, da un lato, e la sua dynamis, dall’altro. Insieme, essi conferiscono all’Io la sua Gestaltungskraft, la sua forza creativa, come è stata definita, ovvero la sua intenzionalità, o pienezza di senso dello spirito. […]

Dobbiamo inoltre concludere che il Senex negativo è il Senex scisso dal suo stesso aspetto Puer. Ha perduto il suo «bambino». […]

Senza l’entusiasmo e l’eros del figlio, l’autorità perde il suo idealismo, […] perchè il significato non può reggersi soltanto sulla struttura e sull’ordine.

Così lo spirito è unilaterale e l’unilateralità è paralizzante. L’essere è statico, pleroma incapace di divenire. […] L’isolamento creativo [diviene] soltanto solitudine paranoide.

Separato dal proprio Figlio e Folle, il complesso non ha più nulla da dirci. Follia e immaturità sono proiettate sugli altri.

Senza follia non ha saggezza, solo conoscenza – seriosa, deprimente conoscenza ammassata in caveau accademici o usata come potere.
Il femminile o sarà tenuto prigioniero in segreto, oppure sarà Madonna Melanconica, una consorte lunatica, un’atmosfera che emana dal complesso moribondo conferendogli il fetore di Saturno.

Oppure, per risvegliare l’aspetto puer si avrà un innamoramento imposto dal complesso. […]

Ma benché il Senex sia presente nel bambino, lo spirito senex si manifesta nella maniera più evidente quando, passato il fiore degli anni, una funzione, un atteggiamento, un complesso della psiche incominciano a coagularsi.

È il Saturno all’interno del complesso che rende il complesso così difficile da smantellare, così denso e lento e deprimente da impazzire: la pazzia del saturnismo; quella sensazione di eterna indistruttibilità del complesso.
È il Senex che lo taglia fuori dalla vita e dal femminile, inibendolo e introvertendolo in uno stato di isolamento.

[…] Questo cruciale problema psicologico nasce da una scissione fondamentale tra Senex e Puer all’interno del medesimo archetipo.”

📙 James Hillman – tratto da “Puer Aeternus”


Occhi di serpente

È un film che mi sconvolse, e mi rimase dentro . Tra trauma, illuminazione e mistero

Credo sia il mio animale guida .

Oggi leggo e posto qui il mio fratello Jung che mi accompagna da anni , silenziosamente .

⭕ La simbologia del SERPENTE e del DRAGO (da un seminario di Jung, 1925)

«Il serpente è un animale, ma un animale magico. Non esiste quasi nessuno che abbia un rapporto neutro con un serpente.

(…) I cavalli e le scimmie hanno la fobia dei serpenti, come l’uomo. Nei paesi primitivi, si può facilmente capire perché l’uomo ha acquisito questo istinto. I beduini hanno paura degli scorpioni e portano con sé amuleti per proteggersi, soprattutto pietre di certe rovine romane.

Così, ogni volta che appare un serpente, si deve pensare a un sentimento primordiale di paura.

Il colore nero si accompagna a questo sentimento, e anche al carattere sotterraneo del serpente. È nascosto e quindi pericoloso.

Come animale simboleggia qualcosa di inconscio; è il movimento o la tendenza istintiva; mostra la via al tesoro nascosto, o custodisce il tesoro.

Il drago è la forma mitologica del serpente.

Il serpente ha un fascino affascinante, un’attrazione particolare attraverso la paura. Alcune persone sono affascinate da questa paura. Le cose che sono spaventose e pericolose hanno un’attrazione straordinaria.

Questa combinazione di paura e attrazione è mostrata, per esempio, quando un uccello è ipnotizzato da un serpente, perché l’uccello vola giù per combattere il serpente, e poi viene attratto e trattenuto dal serpente.

Il serpente mostra la via verso le cose nascoste ed esprime la libido introversa, che porta l’uomo ad andare oltre il punto di sicurezza, e oltre i limiti della coscienza, come espresso dal profondo cratere.

Il serpente è anche Yin, il potere femminile oscuro.

I cinesi non userebbero il serpente (cioè il drago) come simbolo dello Yin, ma dello Yang. Nella [tradizione] cinese, lo Yin è simboleggiato dalla tigre e lo Yang dal drago.

Il serpente conduce il movimento psicologico apparentemente fuori strada nel regno delle ombre, delle immagini morte e sbagliate, ma anche nella terra, nella concretizzazione. Rende le cose reali, le fa nascere, alla maniera dello Yin.

Nella misura in cui il serpente conduce nelle ombre, ha la funzione dell’ Anima; ti conduce nelle profondità, collega il sopra e il sotto.

(…) Il serpente è anche il simbolo della saggezza, parla la parola saggia delle profondità. È abbastanza ctonio, abbastanza terrestre, come Erda, figlia della terra.

Gli eroi morti si trasformano in serpenti negli inferi. Nella mitologia, quello che era stato l’uccello solare si divora, va nella terra e risale. L’uccello Semenda, come la fenice, brucia per rinnovarsi.

Dalle ceneri esce il serpente, e dal serpente l’uccello di nuovo. Il serpente è il passaggio da chi è nato dal cielo, di nuovo all’uccello.

Il serpente incontra il vaso di Ra. Nel Viaggio Notturno, nella Settima Ora, Ra deve combattere il serpente. Ra è sostenuto dal rituale dei sacerdoti: se uccide il serpente, il sole sorge, se non dovesse riuscire, il sole non sorgerebbe più.

Il serpente è la personificazione della tendenza a scendere in profondità e a consegnarsi al seducente mondo delle ombre.»

(Carl Jung, Seminario del 1925)


📸 in foto: disegno di Jung tratto dal suo Libro Rosso

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