COSI’ GLI ANTICHI PREGAVANO EROS ❤

” Ti invoco, origine di ogni divenire, che spieghi le tue ali su tutta la terra, tu inavvicinabile e infinito, che ispiri pensieri di vita a tutte le anime, che tutti hai fuso insieme, con il tuo potere. Tu primogenito, creatore dell’universo, dalle ali d’oro, tu oscuro, che veli tutti i propositi ragionevoli e ispiri tenebrose passioni, tu segreto, che vivi nascosto in tutte le anime, che susciti il fuoco invisibile toccando ogni cosa animata, tormentandole instancabile con voluttà e dolorose delizie da quando esiste l’universo; che provochi il dolore con la tua presenza. A volte ragionevole, a volte insensata. Tu per il quale gli esseri umani con ardire trascurano il dovere e presso il quale cercano oscuro rifugio. Tu ultimogenito, il fuorilegge, lo spietato, l’inesorabile, l’invisibile, il generatore senza corpo delle passioni. Tu arciere e portatore di fiaccola, tu signore di ogni percezione spirituale e di tutte le cose nascoste, tu signore dell’oblio, tu padre del silenzio, per il quale e verso il quale ogni luce si irradia, bambinello quando nasci nei cuori, vegliardo quando sei consumato …”

Papyri Graeciae Magicae, trad. da Marie-Louise von Franz, L’asino d’oro, p.75

” Eros non è sentimento, ma ha a che fare con i sentimenti; non è un modo di pensare ma ha a che fare con il pensiero; non è un modo di essere, anche se può esprimersi in un’infinità di modi di essere. Per questo, io credo, gli antichi lo sentivano così diverso dagli altri dèi. Un demone, più che un dio. […] L’eros colpisce il punto centrale e mette l’anima alla prova: ce la farà a sopportare il bruciore di quella ferita o rimarrà distrutta dal suo fuoco? Non è questione oziosa perchè, o si riesce ad accogliere l’eros, o l’anima muore “.

Marina Valcarenghi, Il padre del silenzio